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Carlo Zuccheri
Il presente saggio analizza le caratteristiche del fenomeno dell’autoproduzione del design in Italia, a partire dal pensiero espresso sul tema da alcuni designer stranieri, dagli anni Cinquanta del XX secolo ai giorni nostri. Uno dei temi ai quali è stata data attenzione è quello della coesistenza della cultura artigianale della manualità con le nuove tecnologie di produzione e comunicazione che, dopo gli anni 2010-2012, si sono imposte prepotentemente, modificando sostanzialmente il modo di interagire tra le persone e le abitudini lavorative di tutti noi. È ovvio che una tecnologia web, in grado di fornire agli utenti di qualunque provenienza geografica immagini e texture senza limiti, strumenti per l’editing video e per la stampa digitale in 2 e 3 dimensioni, non poteva non influire in modo determinante, come viene testimoniato da numerosi designer contemporanei, dei quali riportiamo qui alcune considerazioni. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una riscoperta del ruolo dell’artigianato e del saper fare individuale che, per tanto tempo, hanno rappresentato uno dei tratti distintivi dell’economia e della cultura italiane. Non si tratta, però, semplicemente di un ritorno al passato, ma di una rivisitazione in una nuova ottica dei saperi legati alla manualità e alle tecniche artigianali. Si punta sulla possibilità di avviare una produzione digitale in alta tecnologia; si riscoprono la cultura e la filosofia dell’artigiano e la produzione locale. Grazie alla grande Rete, però, anche un singolo operatore non è più vincolato a muoversi necessariamente in una dimensione locale della produzione, ma può pensare in termini globali. I rapporti tra le figure dell’artigiano, del designer e del consumatore, che evolvono in un multiverso impensabile fino a pochi anni fa, si adattano, tra stupore e interesse per le nuove opportunità, individuando nuovi terreni su cui fiorire, nuovi alvei in cui defluire, ulteriori strumenti di visibilità.
I rapporti tra i soggetti si modificano: non si parlano più il committente e il designer, ma i loro “profili”. Ciò che si prospetta ora è l’apertura di diversi scenari di sviluppo economico, grazie a tale nuova dimensione della manualità e al più vasto ambito operativo della figura dell’artigiano.
Questo libro è stato un’occasione per analizzare e descrivere attentamente il design degli ultimi anni, con lo scopo di valorizzare la cultura del design indipendente, non più concepito come fase produttiva da commissionare nell’ambito di un progetto industriale, all’interno o all’esterno dell’impresa stessa. La presente pubblicazione, inoltre, vuole essere un luogo e un’occasione per analizzare e commentare alcune opere emblematiche frutto di progettazione spontanea individuale: in altri termini, esempi di design autoprodotto, strada intrapresa oggi da molti giovani progettisti. Viene inoltre dedicato uno spazio al mondo dei maker nell’era digitale.
Il saggio è stato scritto in occasione del cinquantenario dalla pubblicazione del libro di Enzo Mari Proposta per un’autoproduzione, avvenuta nel 1974.